Wednesday 23 June 2010

Le mosche del capitale

Ero in libreria, l'altro giorno - anzi, era sera - e mi è capitato fra le mani "Le mosche del capitale" di Paolo Volponi. E' stata una di quelle folgorazioni che capita, ogni tanto, quando inciampi in qualcosa e, guarda caso, era proprio quello che avresti voluto trovare in quel momento.
Io Volponi non l'avevo mai letto, perchè da piccolo ero scemo. Ma forse è meglio così, perchè forse a quell'età non l'avrei apprezzato. E' che Volponi, come me, è di Urbino. E così da piccolo mi capitava di passare in piazza ("in piazza" a Urbino è una specifica e ben definita piazza: Piazza della Repubblica) e sentir dire "ah, è appena passato Volponi...", e io pensavo che fosse uno un po' così, famoso a Urbino o giù di lì. E anche quando è diventato senatore mi dicevo che tanto qualcuno doveva pur diventare senatore, a Urbino. Tutte le città hanno un senatore, no?
Comunque, Paolo Volponi, oltre ad essere stato uno dei più grandi scrittori italiani del '900, è stato dirigente nella ditta che ha rappresentato una delle esperienze industriali più illuminate e esaltanti d'Italia, e forse del mondo: la Olivetti di Adriano Olivetti. "Le mosche del capitale" è un romanzo sul mondo dell'industria italiana, della finanza e del potere, ricavato dalle sue dirette esperienze in Olivetti e in Fiat. Ma è un romanzo, non un saggio o un resoconto. Un romanzo in cui Volponi fa parlare, oltre ai protagonisti, tutti gli oggetti che li circondano: le calcolatrici, le potrone, i ficus, i pappagalli... Ed è bellissimo. Dal meraviglioso incipit, in cui descrive una città in cui "dormono tutti o quasi, e anche coloro che sono svegli giacciono smemorati e persi... e mentre tutti dormono il valore aumenta, si accumula secondo per secondo all'aperto o dentro gli edifici", al discorso in cui si arriva al titolo del libro:

Un giorno dirò tutto, scriverò un memoriale, un libro bianco sui grandi dirigenti, sulle grandi politiche aziendali, la verità sulla ricerca e sullo sviluppo, sulle qualità produttive, sugli investimenti, sulle grandi novità tecnologiche, sui grandi, questi sì, altro che grandi, prelievi personali e soprusi, sulle mosche, sì, le mosche del capitale.
Si fermò su questa immagine, che gli pareva cogliesse esattamente la banda dei suoi nemici, tutti gli amministratori e i manager industriali di successo, fatti di voli e voletti, di ali e alette… azzurre come cravatte… tutti a modo, con gesti e accenti, aggiornamenti e riverenze, relazioni e riferimenti, le sapienti colorate voraci mosche del capitale, sì, le mosche… per di più svolazzano e ronzano dappertutto, in bell’inglese, per andare a succhiare e a sporcare.

Gli alberi sparirono nell’ombra e il canarino, sempre muto, rapidissimamente guardava in giro, come impressionato dalle mosche, come se ne temesse l’avvento.

Se non è bello questo, non saprei cos'altro.

10 comments:

Anonymous said...

Alla luce di quello che sta succedendo in Italia direi una lettura consigliata.

Lo zio Frank

Anonymous said...

Beh, che dire... l'incipit è proprio stupendo.
Poi che secondo me sono i libri a cercare te, non tu loro. La mia ultima folgorazione del gener è capitata con Kafka, che non avevo ancora mai letto... forse perché anche io ero scema ;)
Elena

harvey said...

ecco, una volta capitava così: i grandi dell'industria e della politica lo erano perché erano grandi uomini, prima ancora che industriali o politici grandi.
poi questa cosa è finita.
come mai?
il risultato lo sappiamo. sono i passaggi che non sono così chiari.

alberto said...

Zio Frank, sono molto pessimista (su quello che sta succedendo in Italia). Pessimistissimo.

Elena, facciamo gli scemi a turno. Pensa che non avevo mai visto Blade Runner fino a qualche mese fa (poi me lo sono guardato col commento del regista, con le scene tagliate, col documentario sulla realizzazione... Insomma, ho recuperato).

harvey, come mai infatti? E' una di quelle spirali che, invece di essere visioza, poteva essere virtuosa? Oppure le cose peggiorano così, per natura?

Anonymous said...

Gli ultimi sviluppi fanno pensare al peggio e, in effetti, all'orrizzonte si intravedono nubi piuttosto scure...
chissà perché poi per cercare risposte si va sempre in cerca di autori del passato...

Lo zio Frank

Anonymous said...

http://www.oliveriana.pu.it/index.php?id=18429

scorri fino quasi in fondo ;)

Elena

alberto said...

bellissimo grazie! Anche se mi sa che non potrò esserci.

alberto said...

zio frank, magari ci faccio un altro post su 'sto schifo. Per tener alto il morale!

Anonymous said...

Più che il morale bisogna cercare di tenere alta l'attenzione e drizzare le antenne!

Lo zio Frank

Anonymous said...

J'ai appris des choses interessantes grace a vous, et vous m'avez aide a resoudre un probleme, merci.

- Daniel